Oggi mi piacerebbe parlarvi della mindfulness come aiuto per gestire l’ansia.
Qualche mattina fa mi sono svegliata molto agitata.
La sera prima avevo avuto una discussione con una persona; sono riuscita a dormire, ma una volta sveglia mi sono accorta di avere già molti pensieri invasivi e di essere giù di morale, arrabbiata, nervosa.
Ho fatto colazione, ho acceso il cellulare, ho dato un’occhiata alla mail, per vedere se c’era qualche comunicazione urgente, e come ogni mattina ho messo il telefono in modalità aereo e sono tornata in camera per meditare.
Non avevo molta voglia, ero nervosa, mi sono seduta sul mio cuscino e mi sono accorta di essere ansiosa. Il cuore batteva forte, alto nel petto.
Non me ne ero accorta prima, perché i miei movimenti, fino a quel momento, erano stati inconsapevoli e veloci.
Avrei voluto smettere, mi sarei voluta sdraiare, perché sentivo troppo disagio. C’era una parte di me che si rifiutava di stare seduta lì a non far niente in quella condizione.
Perché farlo?
Ho portato attenzione al respiro, ed era corto, agitato, e il petto batteva forte.
Ho riconosciuto l’avversione e ho provato a stare, senza fare nulla, per capire cosa c’era, come mi sentivo, senza cercare di riflettere e rimuginare sui motivi che mi avevano portato a sentire quell’ansia.
Sono stata per un po’ di tempo in ascolto di quello che c’era in quel momento.
Poi sono passata alla consapevolezza del corpo, al radicamento a terra di gambe e piedi, delle mie mani unite in grembo, dei glutei seduti sul cuscino, fino ad arrivare alla testa e al corpo nel suo insieme.
Ho prestato attenzione ai suoni, li ho interiorizzati senza etichettarli, senza aggrapparmi a nessuno di essi. Poi sono passata ai pensieri, all’osservazione della mia mente.
La calma
Arrivata a questo punto l’ansia se ne era andata. Anzi, se ne era già andata nel momento in cui ho iniziato a tenere l’attenzione al respiro.
Non ho fatto nulla per cacciare via la mia ansia, per calmare il battito cardiaco, è bastato stare in ascolto, osservare, senza fare niente.
Perché spesso è proprio il non-fare e il prestare attenzione al nostro respiro e al nostro corpo a calmare la situazione.
La mia mente a questo punto era calma, con pochi pensieri, e non sono stata neanche un minuto ad arrovellarmi per cercare di capire perché mi fossi svegliata in quel modo.
Succede, succede a tutti, e capiterà di nuovo.
L’importante è non rinunciare alla pratica giornaliera, neanche quando sentiamo di non stare bene, anzi, è proprio in questi momenti che dobbiamo fare tesoro della mindfulness.
Il cuore si era calmato, e quando ho concluso la mia meditazione, non ero più arrabbiata, agitata, preoccupata, nervosa.
La mindfulness, un aiuto per gestire l’ansia
Questa volta è andata così, altre volte sarà diverso e dovremmo passare l’intera giornata con l’ansia. Chi lo sa.
Va bene, bisogna stare e accettare quello che c’è, però non rinunciamo alla pratica quando siamo agitati, facciamone tesoro.
La mindfulness può esserci d’aiuto anche per imparare a gestire l’ansia, perché anche l’ansia ha bisogno della nostra attenzione.
Più la ignoriamo e più prenderà forza e avrà controllo su di noi e le nostre azioni.
Iniziamo a praticare quotidianamente, anche per pochi minuti al giorno, per una o più volte al giorno.
Entriamo in contatto con le nostre emozioni e sensazioni per diventare padroni delle nostre vite.
Di: Dejanira Bada