Come stare in quei nostri paesaggi mentali che a volte abbiamo odiato

 

A un certo punto accade qualcosa. Meditando tutti i giorni per mesi, la vita dentro e intorno a noi un pochino inizia a cambiare. Ci accorgiamo di cose che prima non notavamo, siamo più vigili, attenti, ci conosciamo di più, abbiamo meno paura. Le emozioni spiacevoli ci sono e ci saranno -perché l’intento della meditazione non è di cancellarle- ma sempre più spesso riusciamo a non farci travolgere o a recuperare il nostro equilibrio psico-fisico molto prima.

 

È come viaggiare in treno e sedersi nel posto spesso tanto odiato, quello che dà le spalle al paesaggio. Ci sediamo, osserviamo le emozioni spiacevoli, e invece di vederle venirci incontro, le guardiamo passare e scivolare via: abbiamo imparato a lasciar andare. Emozioni, pensieri e sensazioni vanno e vengono, e spesso non fanno più ritorno.

 

Ora abbiamo familiarità con tutto questo, quel nostro paesaggio mentale che a volte abbiamo odiato, ora sappiamo osservarlo, sappiamo starci. Questo ha un valore inestimabile.

 

E anche la vita è come quel paesaggio. Siamo passeggeri in viaggio che prima o poi dovranno lasciar andare tutte le cose viste e vissute. E sarebbe bello arrivare all’ultima stazione senza rimpianti, felici, rivivendo la nostra vita nella mente proprio come un paesaggio passa sotto i nostri occhi fuori dal finestrino di un treno.

 

 

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