Se incontri il Buddha per la strada uccidilo

Se incontri il Buddha per la strada uccidilo.

 

Questa frase è un famoso koan del buddhismo zen.

 

Il koan è un’affermazione paradossale utile nella pratica meditativa per raggiungere intuizioni profonde e quindi il risveglio spirituale.

 

Questo koan serviva a capire il significato e la necessità di avere un maestro.

 

Ma Se incontri il Buddha per la strada uccidilo è anche il titolo di un libro, il cui autore è lo psicoterapeuta Sheldon B. Kopp.

 

Voglio suggerirvi la lettura di questo testo perché lo ritengo un libro fondamentale e illuminante per tutti coloro che sono in cammino, alla ricerca di se stessi e del proprio posto nel mondo.

 

Kopp ha scritto questo libro per parlare del pellegrinaggio del paziente in analisi, ma è un libro valido anche per tutti coloro che non sono mai stati in analisi e magari non hanno neanche intenzione di andarci.

 

TU SEI IL TUO MAESTRO

 

Tutti noi siamo in pellegrinaggio, in perenne ricerca di risposte, di significati, di perché.

 

“Uccidere il Buddha quando lo si incontra significa superare il mito del maestro, il mito del guru, il mito dello psicoterapeuta; significa rinunciare al ruolo di discepolo e distruggere la speranza che qualcuno all’infuori di noi possa essere il nostro padrone.”

 

Troppo spesso però si cercano risposte al di fuori di noi stessi. Si cerca in tutti i modi di diventare discepoli di qualcuno.

 

Si preferisce affidare le proprie decisioni e la propria esistenza a qualcun altro, qualcuno che possa scegliere per noi, e liberarci illusioramente da ogni dubbio.

 

Ma nessuno ci conosce meglio di noi stessi. Nessuno sa cosa sia meglio per noi.

 

Noi abbiamo già tutto quello che ci serve, e non dobbiamo cercarlo altrove ma dentro di noi.

 

Se incontri il Buddha per la strada uccidilo

 

È sano, giusto, bello, utile e interessante andare in analisi, seguire dei maestri spirituali e di meditazione, ma poi arriva il momento di lasciare andare anche lo psicoterapeuta, il maestro, di uccidere il Buddha.

 

Nessuno può davvero insegnarci nulla, questa è la dura verità da capire e accettare.

 

Forse non ci sono segreti, non ci sono significati, non ci sono risposte. È tutto qui, come scrive Kopp. È lo scopo senza scopo, concetto caro anche allo zen.

 

Noi sappiamo già come vivere, dobbiamo solo guardarci dentro e ascoltarci.

 

Non siamo soli. Tutti sono in cammino come noi, e possiamo condividere il percorso con ogni essere umano che incontriamo nel corso della nostra vita, della nostra guerra interiore.

 

Io stessa, come istruttrice mindfulness, forse posso aiutare qualcuno a imparare un po’ come gestire i propri pensieri e le proprie emozioni e sensazioni, grazie alle mie conoscenze e alla mia esperienza.

 

Ho attraversato dei momenti difficili in passato, ma oggi quel mio passato è un bagaglio importante, un tesoro inestimabile che mi ha insegnato tantissimo.

 

La guerra interiore che ho dovuto combattere, oggi mi permette di capire meglio chi è afflitto, perché so di cosa sta parlando chi soffre d’ansia, chi tende al rimuginio mentale, chi ha paura, chi si sente sopraffatto dai propri pensieri.

 

So cosa vuol dire sentirsi tristi, depressi, senza certezze, senza speranza, disperati, ma so anche che tutto passa, e spero di riuscire a trasmettere questo messaggio: siamo forti e ce la possiamo fare.

 

E mi sono affidata anch’io in passato a psicologi che ringrazio di cuore, cui devo molto, ma so anche che se non fosse stato per me, se non avessi avuto la volontà, se non mi fossi impegnata, se non avessi contato sulle mie forze, nessuno avrebbe potuto fare nulla per me.

 

IL CAMMINO È SOLO TUO

 

Oguno deve fare il proprio percorso, magari a braccetto con qualcuno per un po’, ma poi deve andare per la propria strada.

 

La meditazione può essere una grande maestra, e può accompagnarvi davvero per tutta la vita.

 

Seduti con voi stessi, a osservare la vostra mente.

 

Potete iniziare a meditare per mano con un maestro, un istruttore, ma poi dovrete lasciare andare anche quella mano, e solo a quel punto inizierà il vostro vero cammino di consapevolezza.

 

Non si smette mai d’imparare, ma a un certo punto è bene capire che siamo noi i migliori maestri di noi stessi.

 

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