Macché banchi a rotelle, a scuola si introduca la meditazione

Non si è ancora capito come e quando riprenderà la scuola. Per i bambini e i ragazzi è stato e sarà un periodo difficile. Ci siamo preoccupati di noi stessi, degli adulti, degli anziani, ma si è parlato troppo poco dei piccoli e degli adolescenti.

Eppure gli psicologi hanno parlato subito dei problemi che si sarebbero potuti ripercuotere sui nostri figli e nipoti. I bambini e i ragazzi si sono trovati catapultati in una situazione traumatica: chiusi in casa, senza poter vedere gli amici, senza poter condividere nulla, senza andare a scuola, senza poter andare al parco, in bici, giocare. E non dimentichiamoci che per molti bambini e adolescenti la situazione tra le pareti domestiche non è tra le più rosee.

 

Non è andato tutto bene, ormai possiamo dirlo, e non è detto che andrà meglio, e non tanto per il virus ma per la questione economica e psicologica di ognuno di noi.

Che cosa possiamo fare per correre ai ripari? Non tutti vogliono andare dallo psicologo e molti non possono permetterselo. Gli adulti possono frequentare qualche corso di yoga e meditazione per trovare un po’ di pace. Ma i ragazzi? I bambini? Negli Stati Uniti e in una buona parte della nostra Europa si stanno diffondendo sempre di più delle lezioni di mindfulness nelle scuole. Perché proprio la mindfulness? Perché è una meditazione laica, con un approccio serio e scientifico, adatta a tutti, ai grandi e ai piccini, ai cattolici, ai musulmani e pure agli atei. Ecco come la descrive il fondatore, Jon Kabat-Zinn: “mindfulness significa porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante.”

 

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